Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
169 |
scelto al magistero L’altro legato era pure di circa lire cento e pagavasi dal Luogo Pio della Carità di Milano, a patto che si ammaestrassero nel leggere e nello scrivere; altri dodici figli della famiglia Crespi. La popolazione del borgo oltrepassava fin d’allora le 6 mila anime, e già riconoscevasi in tal proposito il bisogno di un provedimento più vantaggioso.
A que’ tempi erano in vigore in Busto Arsizio anche tredici scuole non gratuite per le fanciulle. Erano aperte sì d’estate, come d’inverno, e ciascuna di esse scuole occupava una sola camera. Ogni maestra faceva scuola in casa propria, ed era ufficio di lei d’insegnar a leggere, scrivere, cucire e far calze, in breve ogni lavoro feminile. Le discepole pagavano al mese soldi dieci leggendo l’Interrogatorio e soldi quindici leggendo il Bellarmino e l’officio e imparando a scrivere e cucire. Ecco chi fossero allora le tredici maestre: Caterina Pariani, Maria Elisabetta Bossi, Antonia Bossi, Giuseppa Crespi, Elisabetta Tosi, Marianna Lombardini, Angela Azimonti, Maria Antonia Bonomi, Angela Biscella tutte nubili; Elena Ollolini maritata, e le vedove Lucia Fassi e Caterina Crespi.
Durante la Republica Cisalpina il cittadino abbate Giuseppe Maria Guidi di Busto Arsizio presentò ai Direttori di essa medesima un piano da lui ideato d’organizzazione democratica del borgo e delle terre adjacenti, proponendo in esso notabili riforme così intorno al clero, alle scuole e alla publica istruzione, come alla parte politica, economica e militare1.
Alberto Crespi lasciò un’ampia raccolta di libri per una publica biblioteca. Verso il 1500 un Bernardino
- ↑ L’originate conservasi presso li Archivj Governativi.