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cominciato ad insegnar la grammatica latina in Busto nel 1753 teneva nella propria casa convittori giovinetti sì del borgo come de’ paesi circonvicini.
Quando da una lettera del 9 di dicembre del 1806 del Prefetto del Dipartimento d’Olona al Consigliere Consultore di Stato e Direttore Generale della publica istruzione, si viene in cognizione che il Proposto Giovanni Maggi ed il curato Antonio Cortellari di Busto Arsizio, come esecutori testamentarj del nominato sacerdote Bossi, avevano notificato a quella Municipalità che tra i legati di quell’ottimo sacerdote eravi ancor quello d’istituire una scuola per ventiquattro figliuoli poveri di Busto avendo gravato il suo erede di pagare il maestro dalle lire trecento fino alle quattrocento annue, come e quando stimeranno conveniente i suoi esecutori. Così ritrovasi nell’archivio della curia arcivescovile di Milano nel volume intitolato: Visitatio plebis Busti facta anno 1603 ab Emi. et Rev. domino Cardinali Federico Borromeo Archiep. in fol. 234 tergo, dove, tra l’altre cose, trattasi De ludi Magistris.
Parimente da lettera dell’8 d’aprile del 1774 di Gerolamo Banfi prevosto di Corbetta si raccoglie che due maestri laici tenevano allora, come dicesi, dozzina di ragazzi in Busto con qualche sembianza di collegio, e vi insegnavano a leggere, scrivere e la grammatica. Ammettevano però alle loro lezioni scolastiche, contro una pattuita mercede, altri fanciulli de’ più civili del borgo.
Analoghi a questo pio istituto eranvi in Busto duo soli legati. L’uno constava di 100 lire annue che pagavansi dalla scuola del SS. ai suddetti maestri perchè facessero scuola a dodici figli delle famiglie Tosi, anzi quando vi fosse alcuno di quello stipite, che amasse di occuparsi di tale istruzione, aveva diritto d’essere pre-