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II.


Industria e Commercio — Istruzione — Biblioteca —
Usi e costumi — Dialetto.


Le cure di questi terrieri sono rivolte più all’industria e al trafico, che all’agricoltura.

L’industria era nel borgo molto estesa e varia, ma sopratutto quella che risguardava il ferro filato, il cuojo e la bambagia. Il lavoro del ferro in tenui fili vi era fiorente fin dal secolo XIV. Quest’arte, secondo narra il Bossi nel suo poema su le particolarità dell’Insubria, era stata portata dai Bustesi a Lecco, Bergamo, Brescia ed in altri luoghi di Lombardia. Con essa gareggiava pure quella de’ cojaj, cioè conciatori di pelli. L’arte del filare e tessere il cotone fu introdutta in Busto nel 1560, e come afferma il Crespi Castoldo nell’Insubria, da Gio. Battista Pozzi detto il Guelfo, Cristoforo Ferrano Piantone e Pietro Francesco Landriani.

In appresso vi prese in guisa il sopravento su le altre che le fece grado grado scomparire, ed oggidì non vi ha più alcuno nel borgo che riduca il ferro in fili, o lavori a conciar pelli.

Ma la guerra che fu quasi continua e il poco conto in cui erano tenute le arti sotto il dominio spagnolo affievolirono la prosperità commerciale del nostro borgo il quale cominciò a risorgere dopo la metà del secolo