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Da quest'anno al 1720 il frumento valeva al moggio lire 15, la segale 10, i minuti 7, altrettanto il vino per ogni brenta, e la seta lire 7 alla libretta. I capponi si valutavano soldi 15, ed i pollastri la metà. Il territorio comprendeva pertiche 27,637.20.½ con un estimo di scudi 158,666. Il perticato ecclesiastico immune incluso nel catasto era di pertiche 3374 e tavole 15. Al presente la superficie del territorio bustese misura ettari 1808.94.
Nel secolo scorso, insorgevano frequenti le questioni tra Commune e Commune intorno ai confini, del loro territorio, ed al perticato. Così anche i communisti di Busto ebbero una lunga contesa con quei, di Olgiate Olona per pretese sopra 4000 pertiche di terreno.
Questa fu decisa il 22 di giugno del 1722 dai Commissari della real Giunta i, quali giudicarono che di quel perticato si dovesse aggregare una parte al territorio di Busto e il rimanente a quello di Olgiate. Cinque anni dopo fu riproposta l'identica questione sotto pretesto che il conte Giovanni Raimondo Marliani feudatario di Busto fosse stato pregiudicato nella sua giurisdizione.
Chiuderò questo capitolo accennando alcuni provedimenti campestri riguardanti tutto il Bustese.
Con editto del 20 di settembre del 1714 fu proibito di ritenere capre nel territorio di Busto Arsizio a causa de'gravi pregiudizj che queste apportano col loro morso agli alberi, alle vigne ed, a'seminati. Infatti una relazione del Consiglio Communale di Busto al Governatore di Milano del 18 di agosto del 1754 dice che “circa sessanta erano le capre che ne'passati tempi sì calamitosi e di epidemia e di somma penuria tenevansi da diverse povere donne, costrette per mancanza del loro necessario sostentamento a far da quelle allattare i loro