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trina cristiana, si diede fin da fanciulla ad una vita tutta pia. Rimase presso la casa paterna sino all'età di 27 anni, dopo si reco su'l monte di Varese, ove passò 22 anni in rigorosa penitenza, vegliando le notti in preghiere e colloqui con Dio. In allora il pontefice Sisto IV con bulla del 10 di novembre del 14741 concesse alle pie donne Caterina di Pallanza, Francesca da Biumo, Benedetta da Biumo, Paola degli Aicurzi da Busto e Giuliana Puricelli, che vivevano ritirate già da circa 46 anni dove or sorge il monastero del Monte, di poter convertire quella casa denominata romitaggio in un chiostro, abbracciando l'istituto che dicevasi di S. Ambrogio ad Nemus sotto la regola di Sant'Agostino, coll'officiatura ambrosiana, e la facultà di eleggersi ogni triennio l'abbadessa da confermarsi dall'arciprete.
Continuando la Giuliana per 26 anni ancora una vita eminentemente religiosa, sfinita dai disagi e dai digiuni esalò l'ultimo fiato nel 74.ᵐº anno di sua età (1501) nell'umile paesello della Madonna del Monte. Il di lei corpo, insieme con quello della Beata Caterina, sta nella chiesa del Monte in apposito saccello ricco d'argento e di preziose reliquie ed illustrato dalle pitture d'Antonio Busca. In una grotta a destra salendo ad una cappella del Monte furono poste nel 1665 due statue rappresentanti la Beata Caterina e la Beata Giuliana. La Communità di Busto ne ottenne le reliquie nel 1650 del velo bianco e nel 1673 di una camicia. Nel 1770 Clemente XIV ne approvò il sacro culto, per il che celebraronsi con gran gioja nel nostro borgo feste solenni.
E poco dopo in segno di venerazione i Bustesi di fianco alla facciata della basilica eressero un piedestallo, portante la statua della beata colla seguente iscrizione:
d. o. m.
b. iuliane
a busto arsitio
ob
patriæ communionem
prolatis
ex insperato monum.
adsertam
religio indigenarum
mdcclxxix
- ↑ Si conserva questa preziosa pergamena presso l'Archivio Diplomatico in Milano.