Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
133 |
Crespi. — Assai numerosi sono i rami di questa famiglia che risale fino ai tempi dei Romani. Pietro Antonio Crespi scrisse la storia dell'Insubria e quella di Busto co'l titolo: Relationes ad Aloysium Marlianum Busti comitem, MDCXIV, e fu consanguineo di Giovanni Antonio parimenti letterato di cui il Picinelli fece un brevissimo elogio. Pietro Agostino canonico della collegiata, non meno chiaro per dottrina che per ottimi costumi, scrisse la vita della Beata Giuliana. Il giureconsulto nobile Gabriele Crespi fondò nel 1613 nella collegiata di San Giovanni un canonicato con riserva di giuspadronato per sè e suoi eredi. D'altra linea abbiamo Francesco Crespi de'Roberti paroco di San Giovanni che s'occupò nello scrivere salmi, ed altri canti ecclesiastici, compilando così cinque grandi volumi membranacei, notabili per l'eleganza del carattere. Oltre questo lavoro, rimane bella prova della sua rara perizia nel miniare in due corali tuttora conservati nella chiesa di San Giovanni, coll'indicazione dell'anno 1565. Ridusse pure a forma più emendata il messale ed il breviario Ambrosiano cavato da diversi antichi esemplari. Il messale comparve in luce sotto Rufino Bellingerio vicario1 dell'arcivescovo di Milano, coll'approvazione dei canonici ordinarj della metropolitana, e di Francesco Landino vescovo eruditissimo di Laodicea. Il breviario fu publicato in appresso e riformato per ordine di San Carlo.
Daniele Crespi pittore detto il Raffaele Lombardo naque su l'entrar del secolo XVII nel nostro borgo. Ebbe per maestri il Cerano, poi Cesare Procaccini. Le sue opere più rinomate sono la Deposizione dalla croce nella chiesa della Passione in Milano, e l'affresco rappresentante la Storia di San Brunone nella Certosa di Garignano, condutto a fine nel 1629. Cessò di vivere l'anno seguente vittima della peste.
Alla famiglia Crespi non mancarono onorificenze. Il nobile Giovanni nato in Busto nel 1734 fu dottore fisico e padre di Luigi, milanese, il quale ultimo coprì cariche illustri, tra cui quelle di Procuratore generale della Corte dei Conti e di Consigliere governativo sotto il Regno Italico e sotto l'Austria. Da que-
- ↑ Da note d'archivio risulta che era stato eletto nel 1513, e che era vicario anche nel 1518. Nel 1523 quest'officio era affidato ad altri.