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esempi, a giorni nostri, Michele Caffi, descrivendo l’Abbazia di Chiaravalle, l’abbate Giovanni Dozio, di cui rimpiangiamo la recente perdita, colle Notizie intorno alle pievi di Vimercate e di Brivio, Carlo Barrera nella Storia della Valsolda; e il cav. Damiano Muoni nelle Memorie storiche di Antignate e in quelle di Binasco. Perocchè un popolo, che non abbia compiute memorie delle proprie terre, non può bene apprezzare l’eredità delle avite glorie domestiche, e seder degnamente nel consorzio delle nazioni più civili.
Or ti dirò da quali fonti io abbia attinto. — Una cultissima dama milanese, la principessa Cristina Belgiojoso de’ marchesi Trivulzio, che ricordo con gratitudine e riverenza, m’ebbe concesso di consultare e giovarmi di un manoscritto della sua biblioteca, dove si descrive la peste che infierì in Busto Arsizio nel 1630, e vi si raccontano diversi fatti storici successivi del Milanese fino al 1642; — il bibliografo P. Tosi mi fu cortese anch’egli di un manoscritto intitolato L’Insubria, che ora si conserva presso la Direzione degli Archivi di Milano, ed il signor Carlo Magnaghi offerse alla mia ispezione una copia della storia di Busto co’l titolo: Relationes ad Aloysium Marlianum Busti comitem, 1614. Di questi due ultimi lavori, come altrove ripeterò, è autore un Pier Antonio Crespi. Il canonico curato di San Giovanni, Luigi Ajroldi, mi somministrò alcuni componimenti in dialetto bustese, il sac. Luigi Falciola e l’avv. Carlo Travelli, parecchi importanti ragguagli. Da ultimo, pur tacendo