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Cessato il lungo e duro governo spagnuolo ed all'imperatore Carlo VI successi Maria Teresa, e di poi Giuseppe II, i quali con un governo mite e illuminato si conciliarono l'amore e la gratitudine del nostro paese, Busto crebbe in prosperità fino a che il turbine rivoluzionario venuto di Francia tutto sconvolse, ed importò fra noi nuove idee. Incalzati li Austriaci dalle truppe republicane nel 1796 dovettero abbandonare il Milanese. Ma, cangiatasi la fortuna delle armi, i Francesi furono costretti nel 1799 a dar le spalle al nostro paese. Allora cominciò la seconda occupazione austriaca di cui ognuno ricorda la breve durata, e a cui pose fine la celebre battaglia di Marengo. In tale periodo, e durante la Republica Italiana e il primo Regno d'Italia, non ho altro a ricordare che alcune turbolenze.

“In Busto1 a 29 di genajo una moltitudine di popolo sedotta, o delusa, strappò verso le ore nove di detto giorno cinque prigionieri austriaci da otto uomini d'arme, che li scortavano, e verso mezz'ora dopo il mezzo giorno tolse pure a forza altri 14 prigionieri austriaci scortati da 22 nomini d'arme, che parimenti li conducevano. Il pretore, le autorità costituite, alcuni altri che avevano influenza nel paese trascurarono tutti i mezzi per cui si avrebbe potuto prevenire, impedire, dissipare il grave attentato. Perchè però la colpa non si rovesci sopra il pretore o sopra alcuni altri, si studia di farla dimenticare col disprezzo e di farla piombare su de'ragazzi e delle donzelle, su quella classe insomma o in-

  1. Riferisco il fatto con le parole del Termometro politico della Lombardia (vedi il N. 73, 25 ventoso, anno V repub.) che corrisponde al mercoledì 15 di marzo del 1797. Questo periodico, oggidì sì difficile a rinvenirsi, mi fu graziosamente communicato dal cav. Cesare Cantù.