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trenta, e più ancora, che l'empietà e tirannia era arrivata a tale crudeltà, che, per così dire, nell'inferno non poteva essere peggiore, e per questa cagione molte terre e case andavano deserte ed inculte, che questa nostra terra era mezzo disabitata. — Si partirono questi soldati al 18 di giugno, che fu un mercoledì, che era la vigilia del Corpus Domini, in circa all'ora del desinare per andare alla volta dell'Alemagna, perchè l'imperatore Ferdinando era molestato orrendamente dal re di Svezia.

Intorno al 6 di aprile del 1631 per ingordigia di un figlio di Giulio Bonsignore, detto Stevanaja, chiamato per nome Jeronimo, il quale venendo dalla città di Vigevano trovò una camicia sopra la strada, e perchè era bella, ben lavorata, di tela sottilissima, ammorbò la sua casata, e morì il suddetto Jeronimo, suo padre e sua madre, un figliastro ed una cognata, ed avanzò solamente un figlio grande per nome Stefano, quale restò vedovo, con un altro suo fratello, che, per esser soldato, trovandosi fuori della terra, si salvò, e per questa cagione pullulò un tantino altrove con pericolo di novamente essere sospesa la terra, ma per Dio grazia, a occhi vedenti, restò purgata e netta con la diligenza delli signori Deputati della Congregazione della Sanità di cotesto borgo.

„ Nel tempo del contagio furono battezzati privatamente dalli signori Curati figliuoli numero 29 in casa delli particolari, per fugire il pericolo della contagione, ai quali poi si fecero le solennitate ecclesiastiche publicamente in chiesa il giorno della Epifania al 6 di genaro del 1631, dopo cantato il vespero, dal nostro signor prevosto Antonio Ammiraglio.

Al fine di genaro del 1631 si fornì di fare le purghe dei letti di piuma, e di tutte le persone sospette,