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58 DEL LVSSO

tina la sua Dama, che per la fretta d’uscir di casa, non si era tinta al suo solito i capelli, non la lassò dicendole:

Già sovra l’alpi del tuo bianco crine
De’ più fredd’anni incanutisce il Verno;
Già spario Primavera, e già discerno
Languir le rose, e inrigidir le spine.
Fà ’l tempo di tue glorie alte rapine,
Copre il mio grave incendio un gielo eterno;
Così per mio conforto, e per tuo scherno,
Quì del mio stratio, e del tuo fasto è ’l fine.
Tempo già fu (ahi! che in pensarlo ancora
Sospira il cor) che idolatrò mia mente
Di tue bellezze à la nascente Aurora.
Hor su l’altar di questo seno ardente,
Non più vittime havrai, che non adora,
Se non folle idolatra, il Sol cadente.

Le donne, che conoscono questo loro disavantaggio con gli uomini, per tenere in fede gli Amanti se gli