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84 | rime | (155) |
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Le grazie tua e la fortuna mia
hanno, donna, sì vari
gli effetti, perch’i’ ’mpari
in fra ’l dolce e l’amar qual mezzo sia.
Mentre benigna e pia5
dentro, e di fuor ti mostri
quante se’ bella al mie ’rdente desire,
la fortun’ aspra e ria,
nemica a’ piacer nostri,
con mille oltraggi offende ’l mie gioire;10
se per avverso po’ di tal martire,
si piega alle mie voglie,
tuo pietà mi si toglie.
Fra ’l riso e ’l pianto, en sì contrari stremi,
mezzo non è c’una gran doglia scemi.15
156
A l’alta tuo lucente dïadema
per la strada erta e lunga,
non è, donna, chi giunga,
s’umiltà non v’aggiungi e cortesia:
il montar cresce, e ’l mie valore scema,5
e la lena mi manca a mezza via.
Che tuo beltà pur sia
superna, al cor par che diletto renda,
che d’ogni rara altezza è ghiotto e vago:
po’ per gioir della tuo leggiadria10
bramo pur che discenda
là dov’aggiungo. E ’n tal pensier m’appago,
se ’l tuo sdegno presago,
per basso amare e alto odiar tuo stato,
a te stessa perdona il mie peccato.15