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74 | rime | (135) |
fuor d’ogni tempo, è priva
d’invidia, amando, e d’angosciosi pianti.
— Dunche a mal pro’ ch’i’ viva
convien, come vedete,
per amare e servire in dolor tanti.10
Se ’l cielo è degli amanti
amico, e ’l mondo ingrato,
amando, a che son nato?
A viver molto? E questo mi spaventa:
ché ’l poco è troppo a chi ben serve e stenta.15
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Mentre c’al tempo la mie vita fugge,
amor più mi distrugge,
né mi perdona un’ora,
com’i’ credetti già dopo molt’anni.
L’alma, che trema e rugge,5
com’uom c’a torto mora,
di me si duol, de’ sua etterni danni.
Fra ’l timore e gl’inganni
d’amore e morte, allor tal dubbio sento,
ch’i’ cerco in un momento10
del me’ di loro e di poi il peggio piglio;
sì dal mal uso è vinto il buon consiglio.
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L’alma, che sparge e versa
di fuor l’acque di drento,
il fa sol perché spento
non sie da loro il foco in ch’è conversa.
Ogni altra aita persa5
saria, se ’l pianger sempre