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(81) rime 45



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     I’ mi credetti, il primo giorno ch’io
mira’ tante bellezze uniche e sole,
fermar gli occhi com’aquila nel sole
nella minor di tante ch’i’ desio.
     Po’ conosciut’ho il fallo e l’erro mio:5
ché chi senz’ale un angel seguir vole,
il seme a’ sassi, al vento le parole
indarno isparge, e l’intelletto a Dio.
     Dunche, s’appresso il cor non mi sopporta
l’infinita beltà che gli occhi abbaglia,10
né di lontan par m’assicuri o fidi,
     che fie di me? qual guida o qual scorta
fie che con teco ma’ mi giovi o vaglia,
s’appresso m’ardi e nel partir m’uccidi?


81

 
     Ogni cosa ch’i’ veggio mi consiglia
e priega e forza ch’i’ vi segua e ami;
ché quel che non è voi non è ’l mie bene.
Amor, che sprezza ogni altra maraviglia,
per mie salute vuol ch’i’ cerchi e brami5
voi, sole, solo; e così l’alma tiene
d’ogni alta spene e d’ogni valor priva;
e vuol ch’i’ arda e viva
non sol di voi, ma chi di voi somiglia
degli occhi e delle ciglia alcuna parte.10
E chi da voi si parte,
occhi, mie vita, non ha luce poi;
ché ’l ciel non è dove non siate voi.