Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
(33) | rime | 17 |
più mi distrugge e cuoce;5
dall’altra ancor mi nuoce
tante amor più quante più grazia truovo.
Mentre ch’io penso e pruovo
il male, el ben mi cresce in un momento.
O nuovo e stran tormento!10
Però non mi sgomento:
s’aver miseria e stento
è dolce qua dove non è ma’ bene,
vo cercando ’l dolor con maggior pene.
32
Vivo al peccato, a me morendo vivo;
vita già mia non son, ma del peccato:
mie ben dal ciel, mie mal da me m’è dato,
dal mie sciolto voler, di ch’io son privo.
Serva mie libertà, mortal mie divo5
a me s’è fatto. O infelice stato!
a che miseria, a che viver son nato!
33
Sie pur, fuor di mie propie, c’ogni altr’arme
difender par ogni mie cara cosa;
altra spada, altra lancia e altro scudo
fuor delle propie forze non son nulla,
tant’è la trista usanza, che m’ha tolta5
la grazia che ’l ciel piove in ogni loco.
Qual vecchio serpe per istretto loco
passar poss’io, lasciando le vecchie arme,
e dal costume rinnovata e tolta
sie l’alma in vita e d’ogni umana cosa,10
coprendo sé con più sicuro scudo,
ché tutto el mondo a morte è men che nulla.