Pagina:Buonarroti, Michelangelo – Rime, 1960 – BEIC 1775670.djvu/162

156 APPARATO (3)

BM (Wilde tav. 5v); ABXV f. 50a; GG p. 279 n. 14 (da MaB); F p. 16 (XXII). — T = BM.

Sol io ardendo all'ombra mi rimango, quand’el sol de’ suo razi el mondo spoglia: ogni altro per piaciere, e io per doglia, prostrato in terra, mi lamento e piangho.

La quartina isolata, in sé poeticamente compiuta, sì legge sul recto di un foglio in parte guasto, con schizzi anche nel verso. MaB: ‘da una carta doue è una gamba e altri schizzi’. Sul verso, a destra, il frammento semicancellato di App. to. Secondo F, schizzi e scritture sarebbero del 1523; gli schizzi, per la Madonna della Cappella Medici. Wilde, p. 10 sgg., li assegna agli anni 1503/4. Considerando il tipo giovanile della grafia, propendo per la data del Wilde.

3

Grato e felice per essermi stato concesso, in passato, di vesisterti e di vincerti, io ora piango spesso, o Amore, contro voglia, e provo la tua potenza. Se un tempo i tuoi strali non colpirono mai il ber- saglio del mio cuore, ora invece puoi vendicarti con i colpi, tutti mortali, di quei begli occhi. Come vago uccelletto scampato a lacci e reti va poi, per mala sorte, dopo molti anni, a finir peggio; così son io: Amore m'ha risparmiato a lungo soltanto per darmi, ora che son vecchio, una morte più crudele.

Oxford (Parker n. 293); F p. 2 (II). — T = Oxford.

[Grato e) felicie, a' tuo | pungienti strali | * ostare e uincer mi fu già conciesso; or lasso, il pecto uo bagniando spesso chontr’a mie uoglia, e sso quante tu uali. E sse i dannosi e preteriti strali 5 | che ’l mie 'ndurato cor campò lui stesso | al segnio del mie cor non fur ma' presso, or puoi a cholpi uendichar te stesso di que’ begli ochi, e fien tucti mortali Da quanti lacci | amor, | ? da quante rete uagho uccellecto per malingnia sorte IO champa molti anni per morire po’ peggio, tal di me, donne, Amor, chome uedete, per darmi in questa età più chrudel morte,