Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
10 | rime | (19) |
19
Natura ogni valore
di donna o di donzella
fatto ha per imparare, insino a quella
c’oggi in un punto m’arde e ghiaccia el core.
Dunche nel mie dolore5
non fu tristo uom più mai;
l’angoscia e ’l pianto e ’ guai,
a più forte cagion maggiore effetto.
Così po’ nel diletto
non fu né fie di me nessun più lieto.10
20
Tu ha’ ’l viso più dolce che la sapa,
e passato vi par sù la lumaca,
tanto ben lustra, e più bel c’una rapa;
e’ denti bianchi come pastinaca,
in modo tal che invaghiresti ’l papa;5
e gli occhi del color dell’utriaca;
e’ cape’ bianchi e biondi più che porri:
ond’io morrò, se tu non mi soccorri.
La tua bellezza par molto più bella
che uomo che dipinto in chiesa sia:10
la bocca tua mi par una scarsella
di fagiuo’ piena, sì com’è la mia;
le ciglia paion tinte alla padella
e torte più c’un arco di Sorìa;
le gote ha’ rosse e bianche, quando stacci,15
come fra cacio fresco e’ rosolacci.
Quand’io ti veggo, in su ciascuna poppa
mi paion duo cocomer in un sacco,
ond’io m’accendo tutto come stoppa,