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302

 
     Non più per altro da me stesso togli
l’amor, gli affetti perigliosi e vani,
che per fortuna avversa o casi strani,
ond’e’ tuo amici dal mondo disciogli,
     Signor mie car, tu sol che vesti e spogli,5
e col tuo sangue l’alme purghi e sani
da l’infinite colpe e moti umani,
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .