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132 | rime | (277) |
d’ogni età, d’ogni sesso; ond’io pavento,5
carco d’affanni, e più di gelosia;
né fra sì vari volti so qual sia
c’anzi morte mi die ’ntero contento.
S’un ardente desir mortal bellezza
ferma del tutto, non discese insieme10
dal ciel con l’alma; è dunche umana voglia.
Ma se pass’oltre, Amor, tuo nome sprezza,
c’altro die cerca; e di quel più non teme
c’a lato vien contr’a sì bassa spoglia.
277
Se con lo stile o coi colori avete
alla natura pareggiato l’arte,
anzi a quella scemato il pregio in parte,
che ’l bel di lei più bello a noi rendete,
poi che con dotta man posto vi sete5
a più degno lavoro, a vergar carte,
quel che vi manca, a lei di pregio in parte,
nel dar vita ad altrui, tutta togliete.
Che se secolo alcuno omai contese
in far bell’opre, almen cedale, poi10
che convien c’al prescritto fine arrive.
Or le memorie altrui, già spente, accese
tornando, fate or che fien quelle e voi,
malgrado d’esse, etternalmente vive.
278
Chi non vuol delle foglie
non ci venga di maggio.