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120 | rime | (254) |
ma privo are’ dell’alma il debil core
e del colpo, or ch’è morto;5
ma sol n’ha colpa il nostro prim’errore.
Alma infelice, se nelle prim’ore
alcun s’è mal difeso,
nell’ultim’ arde e muore
del primo foco acceso:10
ché chi non può non esser arso e preso
nell’età verde, c’or c’è lume e specchio,
men foco assai ’l distrugge stanco e vecchio.
254
Donn’, a me vecchio e grave,
ov’io torno e rientro
e come a peso il centro,
che fuor di quel riposo alcun non have,
il ciel porge le chiave.5
Amor le volge e gira
e apre a’ iusti il petto di costei;
le voglie inique e prave
mi vieta, e là mi tira,
già stanco e vil, fra ’ rari e semidei.10
Grazie vengon da lei
strane e dolce e d’un certo valore,
che per sé vive chiunche per le’ muore.
255
Mentre i begli occhi giri,
donna, ver’ me da presso,
tanto veggio me stesso
in lor, quante ne’ mie te stessa miri.
Dagli anni e da’ martiri5