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114 | rime | (242) |
vicino a morte, in pietra alpestra e dura;
c’all’alte cose nuove5
tardi si viene, e poco poi si dura.
Similmente natura,
di tempo in tempo, d’uno in altro volto,
s’al sommo, errando, di bellezza è giunta
nel tuo divino, è vecchia, e de’ perire:10
onde la tema, molto
con la beltà congiunta,
di stranio cibo pasce il gran desire;
né so pensar né dire
qual nuoca o giovi più, visto ’l tuo ’spetto,15
o ’l fin dell’universo o ’l gran diletto.
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S’egli è che ’n dura pietra alcun somigli
talor l’immagin d’ogni altri a se stesso,
squalido e smorto spesso
il fo, com’i’ son fatto da costei.
E par ch’esempro pigli5
ognor da me, ch’i’ penso di far lei.
Ben la pietra potrei,
per l’aspra suo durezza,
in ch’io l’esempro, dir c’a lei s’assembra;
del resto non saprei,10
mentre mi strugge e sprezza,
altro sculpir che le mie afflitte membra.
Ma se l’arte rimembra
agli anni la beltà per durare ella,
farà me lieto, ond’io le’ farò bella.15