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(226) rime 107


223

 
     I’ fu’ Cecchin mortale e or son divo:
poco ebbi ’l mondo e per sempre il ciel godo.
Di sì bel cambio e di morte mi lodo,
che molti morti, e me partorì vivo.


224

 
     Chiusi ha qui gli occhi e ’l corpo, e l’alma sciolta
di Cecchin Bracci morte, e la partita
fu ’nanz’ al tempo per cangiar suo vita
a quella c’a molt’anni spesso è tolta.


225

 
     I’ fu’ de’ Bracci, e qui dell’alma privo
per esser da beltà fatt’ossa e terra:
prego il sasso non s’apra, che mi serra,
per restar bello in chi m’amò già vivo.


226

 
     Che l’alma viva, i’ che qui morto sono
or ne son certo e che, vivo, ero morto.
I’ fu’ de’ Bracci, e se ’l tempo ebbi corto,
chi manco vive più speri perdono.