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98 | rime | (180) |
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Qui son chiusi i begli occhi, che aperti
facén men chiari i più lucenti e santi;
or perché, morti, rendon luce a tanti,
qual sie più ’l danno o l’util non siàn certi.
190
Qui son morto creduto; e per conforto
del mondo vissi, e con mille alme in seno
di veri amanti; adunche a venir meno,
per tormen’ una sola non son morto.
191
Se l’alma vive del suo corpo fora,
la mie, che par che qui di sé mi privi,
il mostra col timor ch’i’ rendo a’ vivi:
che nol po far chi tutto avvien che mora.
192
S’è ver, com’è, che dopo il corpo viva,
da quel disciolta, c’a mal grado regge
sol per divina legge,
l’alma e non prima, allor sol è beata;
po’ che per morte diva5
è fatta sì, com’a morte era nata.
Dunche, sine peccata,
in riso ogni suo doglia
preschiver debbe alcun del suo defunto,