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(188) rime 97


185

 
  Qui son sepulto, e poco innanzi nato
ero: e son quello al qual fu presta e cruda
la morte sì, che l’alma di me nuda
s’accorge a pena aver cangiato stato.


186

 
  Non può per morte già chi qui mi serra
la beltà, c’al mortal mie largir volse,
renderla agli altri tutti a chi la tolse,
s’alfin com’ero de’ rifarmi in terra.


187

 
  L’alma di dentro di fuor non vedea,
come noi, il volto, chiuso in questo avello:
che se nel ciel non è albergo sì bello,
trarnela morte già ma’ non potea.


188

 
  Se dalla morte è vinta la natura
qui nel bel volto, ancor vendetta in cielo
ne fie pel mondo, a trar divo il suo velo
più che mai bel di questa sepoltura.