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dialogo terzo | 83 |
torto, o a ragione, o per dio, o per il diavolo la vuol sempre combattere, quando ha perso il scudo da difendersi, e la spada da offendere; dico, quando non ha più risposta, nè argumento, salta ne’ calci de la rabbia, acuisce l’unghie de la detrazione, ghigna i denti de le ingiurie, spalanca la gorgia dei clamori, a fin che non lasci dire le ragioni contrarie, e quelle non pervengano a l’orecchie de’ circostanti, come ho udito dire.
Smi. Dunque non disse altro?
Teo. Non disse altro a questo proposito, ma entrò in un’altra proposta.
Quarta proposta del Nundinio.
Perchè il Nolano per modo di passaggio disse essere terre innumerabili simile a questa, or il dottor Nundinio, come bon disputante, non avendo, che cosa aggiungere al proposito, comincia a dimandar fuor di proposito, e da quel che diceamo de la mobilità o immobilità di questo globo, interroga de la qualità de li altri globi, e vuol sapere, di materia fusser quelli corpi, che son stimati di quinta essenzia, d’una materia inalterabile od incorrottibile, di cui le parti più dense son le stelle.
Fru. Questa interrogazione mi par fuor di proposito, ben che io non m’intendo di logica.
Teo. Il Nolano per cortesia non gli volse improperar questo; ma dopo avergli detto, che gli arebbe piaciuto, che Nundinio seguitasse la materia principale, o che interrogasse circa quella, gli rispose, che gli altri globi, che sono terre, non sono in punto alcuno differenti da questo in specie, solo in esser più grandi e piccioli, come ne le altre specie d’ani-