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dialogo terzo | 73 |
cresce sempre la comprensione de l’emispero ed il lume, il quale, quanto più il diametro si diminuisce, tanto davantaggio si viene a riunire; di sorte che, se noi fussimo più discosti da la luna, le sue macchie sarebbono sempre minori, sin a la vista d’un corpo piccolo e lucido solamente.
Smi. Mi par aver intesa cosa non volgare e non di poca importanza. Ma di grazia, venghiamo al proposito de l’opinion di Eraclito ed Epicuro, la qual dite che può star costante contra le ragioni perspettive, per il difetto de’ principii già posti in questa scienza! Or per scoprir questi difetti, e veder qualche frutto de la vostra invenzione, vorrei intendere la risoluzione di quella ragione, con la quale molto dimostrativamente si prova, ch’il sole non solo è grande, ma anco più grande, che la terra. Il principio della qual ragione è, che il corpo luminoso maggiore, spargendo il suo lume in un corpo opaco minore, de l’ombra conoidale produce la base in esso corpo opaco, ed il cono oltre quello nella parte opposita, come ne la seguente figura: M, corpo lucido da la base di C, la quale è terminata per H I, manda il cono de l’ombra a N punto. Il corpo luminoso minore, avendo formato il cono nel corpo opaco maggiore, non conoscerà determinato loco, ove ragionevolmente possa designarsi la linea de la sua base, e par che vada a formar una conoidale infinita, come quella medesma figura A, corpo lucido dal cono de l’ombra ch’è in C, corpo opaco, mandò quelle due linee C D, C E, le quali sempre più e più dilatando la ombrosa conoidale, più tosto corrono in infinito, che possino trovar la base che le termini. La conclusione di questa ragione è, che il sole è corpo più grande, che la terra, perchè manda il cono de l’ombra di quella sin a presso a la spera