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dialogo terzo 71

proprie ragioni in vano verranno i perspettivi e geometri a disputar con li Epicurei; non dico, li pazzi, qual è questo luminare del libro di Copernico, ma di quelli più saggi ancora; e veggiamo, come potran concludere, che a tanta distanza, quanta è il diametro de l’epiciclo di Venere, si possa inferir ragione di tanto diametro del corpo del pianeta, ed altre cose simili. Anzi voglio avvertirvi d’un’altra cosa. Vedete, quanto è grande il corpo de la terra; sapete, che di quello non possiamo veder se non quanto è l’orizonte artificiale?

Smi. Così è.

Teo. Or, credete voi, che, se vi fusse possibile di ritirarvi fuor de l’universo globo de la terra in qualche punto de l’eterea regione, sii dove si vuole, che mai avverrebbe, che la terra vi paja più grande?

Smi. Penso di no; perchè non è ragione alcuna, per la quale de la mia vista la linea visuale debba esser forte più ed allungar il semidiametro suo, che misura il diametro de l’orizonte.

Teo. Bene giudicate. Però è da credere, che, discostandosi più l’orizonte, sempre si diminuisca. Ma con questa diminuzione de l’orizonte notate, che ne si viene ad aggiungere la confusa vista di quello, ch’è oltre il già compreso orizonte, come si può mostrare ne la presente figura: dove l’orizonte artificiale è 1 1, al quale risponde l’arco del globo A A. L’orizonte de la prima diminuzione è 2 2, al quale risponde l’arco del globo B B. L’orizonte de la terza diminuzione è 3 3, al quale risponde l’arco C C. L’orizonte de la quarta diminuzione è 4 4, al quale risponde l’arco D D, e così oltre, attenuandosi l’orizonte, sempre crescerà la comprensione de l’arco, in sino a la linea emisperica, ed