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dialogo terzo 67

perchè, se alcuno queste cose finte prenderà per vere, uscirà più stolto da questa disciplina, che non v’è entrato.» Or vedete, che bel portinajo! Considerate, quanto bene v’apra la porta per farvi entrar dentro a la partecipazion di quella onoratissima cognizione, senza la quale il saper computare, e misurare, e geometrare, e perspettivare non è altro che un passatempo da pazzi ingegnosi! Considerate, come fedelmente serve al padron di casa! Al Copernico non ha bastato dire solamente, che la terra si muove, ma ancora protesta e conferma quello, scrivendo al papa, e dicendo, che le opinioni de’ filosofi son molto lontane da quelle del volgo, indegne d’essere seguitate, degnissime d’esser fuggite, come contrarie al vero e dirittura; ed altri molti espressi indizii porge de la sua sentenza; non ostante ch’al fine par, ch’in certo modo vuole a comun giudizio tanto di quelli, che intendono questa filosofia, quanto de gli altri, che son puri matematici, che, se per gli apparenti inconvenienti non piacesse tal supposizione, conviene ch’anco a lui sii concessa libertà di ponere il moto de la terra, per far dimostrazione più ferme di quelle, ch’han fatte gli antichi, i quali furno liberi nel fingere tante sorte e modelli di circoli, per dimostrar li fenomeni de gli astri. Da le quali parole non si può raccorre, che lui dubiti di quella che sì costantemente ha confessato e provato nel primo libro, sufficientemente rispondendo ad alcuni argomenti di quei, che stimano il contrario; dove non solo fa ufficio di matematico, che suppone, ma anco di fisico, che dimostra il moto de la terra. Ma certamente al Nolano poco si aggiunge, che il Copernico, Niceta Siracusano Pitagorico, Filolao, Eraclide di Ponto, Ecfanto Pitagorico, Platone nel Timeo,