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64 | la cena delle ceneri |
sarebbe sorda per elezione. Ma facilmente mi persuaderei, che lui la intenda: ma per non togliere tutte l’occasioni, che se gli porgono per la moltitudine de gl’incivili rincontri, e per posser meglio filosofare circa i costumi di quei, che gli si fanno innanzi, finga di non intendere.
Pru. Surdorum alii natura, alii physico accidente, alii rationali voluntate.
Teo. Questo non v’imaginate di lui! perchè, ben che sii a presso un anno, che ha praticato in questo paese, non intende più che due, o tre ordinarissime parole, le quali sa che sono salutazioni, ma non già particolarmente quel che voglion dire: e di quelle, se lui ne volesse proferire una, non potrebbe.
Smi. Che vuol dire, ch’ha sì poco pensiero d’intendere nostra lingua?
Teo. Non è cosa, che lo costringa, o che l’inclini a questo, perchè coloro, che son onorati e gentiluomini, con li quali lui suol conversare, tutti san parlare o latino, o francese, o spagnuolo, o italiano; i quali, sapendo, che la lingua inglese non viene in uso, se non dentro quest’isola, si stimarebbono salvatici, non sapendo altra lingua, che la propria naturale.
Smi. Questo è vero per tutto, ch’è cosa indegna non solo ad un ben nato inglese, ma ancora di qual si voglia altra generazione, non saper parlare più che d’una lingua. Pure in Inghilterra, come son certo, che anco in Italia e Francia, son molti gentiluomini di questa condizione, coi quali, chi non ha la lingua del paese, non può conversare senza quella angoscia che sente un, che si fa, ed a cui è fallo interpretare.
Teo. È vero, che ancora son molti, che non son gentiluomini d’altro, che di razza, i quali per più loro e nostro espediente è bene che non siano intesi, nè visti ancora.