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dialogo secondo | 61 |
un poco di vestigio de le sue labbra ancora. Questo si fa a fine, che si come tutti son convenuti a farsi un carnivoro lupo con mangiar d’un medesmo corpo d’agnello, di capretto, di montone, o di un grugno corocotta, così applicando tutti la bocca ad un medesimo boccale, venghino a farsi una sanguisuga medesima, in segno d’una urbanità, una fratellanza, un morbo, un cuore, un stomaco, una gola ed una bocca; e ciò si pone in effetto con certe gentilezze e bagattelle, ch’è la più bella comedia del mondo a vederlo, e la più cruda e fastidiosa tragedia a trovarvisi un galantuomo in mezzo, quando stima esser
obbligato a far, come fan gli altri, temendo esser tenuto incivile e discortese; perchè qua consiste tutto il termine de la civiltà e cortesia. Ma perchè questa osservanza è rimasta ne le più basse tavole, ed in queste altre non si trova oltre, se non con certa ragione più veniale, per tanto, senza guardare ad altro, lasciamoli cenare, e domani parlaremo di quel ch’occorse dopo cena.
Smi. A rivederci!
Fru. A dio!
Pru. Valete!