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60 | la cena delle ceneri |
ne ferno questo favore di mostrarne la porta. Andiamo dentro, montiamo su, troviamo, che, dopo averci molto aspettato, disperatamente s’erano posti a tavola a sedere. Dopo fatti i saluti ed i risaluti. -
Pru. Vicissim.
Teo. Ed alcune altre piccole ceremonie, tra quali si fu questa da ridere, che ad un de’ nostri essendo presentato l’ultimo loco, e lui pensando, che là fusse il capo, per umiltà voleva andar a seder dove sedeva il primo, e qua si fu un picciol pezzo di tempo in contrasto tra quelli, che per cortesia lo voleano far sedere ultimo, e colui, che per umiltà volea seder il primo, in conclusione M. Florio sedette a viso a viso d’un cavaliero, che sedeva al capo de la tavola, il signor Folco, a destra di M. Florio, io ed il Nolano a sinistra di M. Florio, il dottor Torquato a sinistra del Nolano, il dottor Nundinio a viso a viso del Nolano. Qua per grazia di dio non viddi la ceremonia di quell’urciuolo, o bicchiere, che suole passar per la tavola a mano a mano, da alto a basso, da sinistra a destra, ed altri lati, senza altro ordine, che di conoscenza, e cortesia da montagne; il quale, dopo che quel, che mena il ballo, se l’ha tolto di bocca, e lasciatovi quella impanatura di pinguedine, che può ben servir per colla, a presso beve questo, e vi lascia una mica di pane, beve quell’altro e v’affigge a l’orlo un frisetto di carne; beve costui e vi scrolla un pelo de la barba, e così con bel disordine gustandosi da tutti la bevanda, nessuno è tanto malcreato, che non vi lasci qualche cortesia de le reliquie, che tiene circa il mustaccio. Or se a qualcuno, o perchè non abbia stomaco, o perchè faccia del grande, non piacesse di bere, basta che solamente se l’accosti tanto a la bocca, che v’imprima