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dialogo secondo 49

quell’uno, ch’ha meritato il palio, ma ancor quello, e quell’altro, ch’ha si ben corso, ch’è giudicato anco degno e sufficiente di l’aver meritato, ben che non l’abbia vinto; e son vituperosi quelli, ch’al mezzo de la carriera disperati si fermano, e non vanno, ancor che ultimi, a toccar il termine con quella lena e vigor, che li è possibile. Vinca dunque la perseveranza, perchè, se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre. Tutte cose preziose son poste nel difficile. Stretta e spinosa è la via de la beatitudine; gran cosa forse ne promette il cielo.

.... Pater ipse colendi
Haud facilem esse viam voluit, primusque per artem
Movit agros, curis acuens mortalia corda,
Nec torpere gravi passus sua regna veterno.


Pru. Questo è un molto emfatico progresso, che converrebbe a una materia di più grande importanza.

Fru. È lecito ed è in potestà di principi d’esaltar le cose basse, le quali, se essi saran tali, saran giudicate degne, e veramente saran degne, ed in questo gli atti loro son più illustri e notabili, che se aggrandissero i grandi; perchè non è cosa, che non credono meritar per la sua grandezza, o vero che si mantenessero i superiori ne la sua superiorità, perchè diranno, quello convenirli non per grazia, cortesia e magnanimità di principe, ma per giustizia e ragione. Così non esaltano per ordinario degni e virtuosi, perchè li pare, che quelli non hanno occasione di renderli tante grazie, quante un aggrandito poltrone e feccia di forfanti. Oltre, hanno questa prudenza, per far conoscere, che la fortuna, a la cui cieca maestà son obbligati molto, è superiore a la