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48 | la cena delle ceneri |
del Nolano, ch’avea promesso, e che gli arebbono possuto attaccar a dosso un non so che, oltre ch’ha gran desio, che se gli offra occasione di veder costumi, conoscere gl’ingegni, accorgersi, se sia possibile, di qualche nuova verità, confirmar il buon abito de la cognizione, accorgersi di cosa, che gli manca; da qua eramo ritardati dal tedio comune e da non so che spirto, che diceva certe ragioni più vere, che
degne a riferire. A chi tocca determinar questa contradizione? chi ha da trionfar di questo libero arbitrio? a chi consentisce la ragione, che ha determinato il fato? Ecco questo fato, per mezzo de la ragione, aprendo la porta de l’intelletto, si fa dentro, e comanda a l’elezione, che ispedisca il consentimento di continuar il viaggio. O passi graviora, ne vien detto, o pusillanimi, o leggeri, incostanti, ed uomini di poco spirto!
Pru. Exaggeratio concinna!
Teo. Non è, non è impossibile, ben che sii difficile, questa impresa. La difficoltà è quella, ch’è ordinata a far star a dietro li poltroni. Le cose ordinarie e facili son per il volgo ed ordinaria gente; gli uomini rari, eroici e divini passano per questo cammino de la difficoltà, a fine che sii costretta la necessità a concederli la palma de la immortalità. Giungesi a questo, che, quantunque non sia possibile arrivar al termine di guadagnar il palio, correte pure, e fate il vostro sforzo in una cosa di sì fatta importanza, e resistete sin a l’ultimo spirto! Non sol chi vince vien lodato, ma anco chi non muore da codardo e poltrone. Questo rigetta la colpa de la sua perdita e morte in dosso de la sorte, e mostra al mondo, che non per suo difetto, ma per torlo di fortuna è giunto a termine tale. Non solo è degno di onore