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dialogo primo 21


Smi. Di grazia, fatemi intendere, che opinione avete del Copernico?

Teo. Lui avea un grave, elaborato, sollecito, e maturo ingegno; uomo, che non è inferiore a nessuno astronomo, che sii stato avanti lui, se non per luogo di successione e tempo: uomo, che, quanto al giudizio naturale, è stato molto superiore a Tolomeo, Ipparco, Eudosso, e tutti gli altri, ch’han camminato appo i vestigli di questi: al che è divenuto, per essersi liberato da alcuni presupporti falsi de la commune e volgar filosofia, non voglio dir cecità, ma però non se n’è molto allontanato; perchè lui più studioso de la matematica, che de la natura, non ha possuto profondar e penetrar sin tanto, che potesse a fatto toglier via le radici d’inconvenienti e vani principii; onde perfettamente sciogliesse tutte le contrarie difficultà, e venisse a liberar e sè, ed altri da tante vane inquisizioni ne le cose costanti e certe. Con tutto ciò chi potrà a pieno lodar la magnanimità di questo Germano, il quale, avendo poco riguardo a la stolta moltitudine, è stato si saldo contra il torrente de la contraria fede, e ben che quasi inerme di vive ragioni, ripigliando quegli abbietti, e rugginosi frammenti, ch’ha possuto aver per le mani da l’antichità, li ha ripoliti, accozzati, e riscaldali in tanto con quel suo più matematico, che natural discorso, ch’ha resa la causa già ridicola, abbietti e vilipesa, onorata, pregiata, più verisimile, che la contraria, e certissimamente comoda ed ispedita per la teorica e ragione calculatoria? Così questo Allemano, ben che non abbi avuti sufficienti modi, per i quali, oltre il resistere, potesse a bastanza vincere, debellare, e sopprimere la falsità, ha puro fissato il piede in determinare, nell’animo suo,