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dialogo primo | 17 |
farò un’altra scala del binario. Le bestie entrorno ne l’arca, a due a due; ne uscirono ancora a due a due. Doi sono i corifei de’ segni celesti: aries et taurus. Due sono le spezie di nolite fieri: cavallo, e mulo. Doi son gli animali ad imagine e similitudine de l’uomo: la sdraia in terra, ed il barbagianni in cielo. Due sono le false ed onorate reliquie di Fierze in questa patria; i denti di Sassetto, e la barba di Petruccia. Doi sono gli animali, che disse il profeta aver più intelletto, ch’il popolo d'israele: il bove, perchè conosce il suo possessore, e l’asino, perchè sa trovar il presepio del padrone. Doi furono le misteriose cavalcature del nostro redentore, che significano il suo antico credente Ebreo, ed il novello gentile: l’asina, ed il pullo. Doi sono da questi li nomi derivativi, ch’han formate le dizioni titulari al secretano d’Augusto; Asinio e Pollione. Doi sono i geni de gli asini: domestico e salvatico. Doi i lor più ordinarii colori: bigio e morello. Due sono le piramidi, ne le quali denno esser scritti e dedicati a l’eternità i nomi di questi doi ed altri simili dottori: la destra orecchia del caval di Sileno, o la sinistra de l’antagonista del dio de gli orti.
Pru. Optimae indolis ingenium! enumeratio minime contemnenda!
Fru. Io mi glorio, messer Prudenzio mio, perchè voi approvate il mio discorso, che sete più prudente, che l’istessa prudenzia, perciò che sete la prudenzia masculini generis.
Pru. Neque id sine lepore et gratia! Orsù isthaec mittamus encomia! Sedeamus, quia, ut ait Peripateticorum princeps, sedendo et quiescendo sapimus; e così insino al tramontar del sole protelaremo il nostro tetralogo circa il successo del colloquio