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dialogo quinto 141

ed i potentissimi superi ti guidaranno a termine tale, onde da lungi possi riguardar simil brutaglia. E voi altri assai nobili personaggi, siete scongiurati per il scettro del fulgorante Giove, per la civiltà famosa di Priamidi, per la magnanimità del senato e popolo quirino, e per il nettareo convito, che sopra l’Etiopia bollente fan li dei, che, se per sorte un’altra volta avviene, che il Nolano, per farvi servizio, o piacere, o favore, venghi a pernottar in vostro case, facciate di modo, che da voi sii difeso da simili rincontri, e dovendo per l’oscuro cielo ritornar a la sua stanza, se non lo volete far accompagnar con cinquanta, o cento torchi, i quali, ancor che debba marciar di mezzo giorno, non gli mancaranno, se gli avverrà di morir in terra cattolica romana, fatelo al meno accompagnar con un di quelli, o pur se questo vi parrà troppo, improntategli una lanterna con un candelotto di sevo dentro; a fin ch’abbiamo faconda materia di parlar de la sua buona venuta da vostre case, de la qual non si è parlato ora. Adiuro vos, o dottori Nundinio e Torquato, per il pasto de gli antropofagi, per la pila del cinico Anassarco, per gli smisurati serpenti di Laocoonte e per la tremebonda piaga di san Rocco, che richiamate, se fusse nel profondo abisso, e dovesse essere nel giorno del giudizio, quel rustico ed incivile vostro pedagogo, che vi diè creanza, e quell’altro archiasino ed ignorante, che v’insegnò di disputare; a fin che vi risaldino le male spese, e l’interesse del tempo e cervello, che v’han fatto perdere. Adiuro vos, barcaruoli londrioti, che con li vostri remi battete l’onde del Tamesi superbo; per l’onor d’Eveno e Tiberino, per quali son nomati dui famosi fiumi, e per la celebrata e spaziosa sepoltura di Palinuro, che per nostri danari ne guidiate al