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dialogo quinto | 135 |
suppona, sì perchè, quanto a me, tengo per cosa certissima, che più tosto la terra necessariamente si muova, che sia possibile quella intavolatura, ed inchiodatura di lampe; sì anco, perchè, quanto a quelli, che non l’han capito, è più espediente dichiararlo come materia principale, che in altro proposito toccarlo per modo di digressione. Però, se volete compiacermi, venite presto a specificarmi i moti, che convengono a questo globo!
Teo. Molto volentieri; perchè questa digressione ne arebbe fatto troppo differire di conchiudere quel, che io volevo de la necessità ed il fatto di tutte le parti de la terra, che successivamente devono participar tutti gli aspetti e relazioni del sole, facendosi soggetto di tutte complessioni ed abiti. Or dunque per questo fine è cosa conveniente e necessaria, che il moto de la terra sia tale, per quale con certa vicissitudine, dov’è il mare, sia il continente, e per il contrario, dov’è il caldo, sii il freddo, e per il contrario, dov’è abitabile e più temperato, sia il meno abitabile e temperato, e per il contrario in conclusione, ciascuna parte venghi ad aver ogni risguardo, ch’hanno tutte l’altre parti al sole: a fin che ogni parte venghi a participar ogni vita, ogni generazione, ogni felicità. Prima dunque per la sua vita e (quella) de le cose, che in quella si contengono, e (per) dar come una respirazione ed inspirazione col diurno caldo e freddo, luce e tenebre, in spazio di ventiquattro ore equali la terra si muove circa il proprio centro, esponendo al suo possibile il dorso tutto al sole. Secondo, per la rigenerazione de le cose, che nel suo dorso vivono e si dissolvono, con il centro suo circuisce il lucido corpo del sole in trecento sessantacinque giorni, ed un quadrante in