le cose, che non possono essere perpetue secondo il numero, per parlar secondo il comune, si fanno perpetue secondo la spezie; le sustanze, che non possono perpetuarsi sotto il medesmo volto, si fanno tutta via cangiando di faccia. Perchè, essendo la materia e sustanza de le cose incorrottibile, e dovendo quella secondo tutte le parti esser soggetto di tutte forme, a fin che secondo tutte le parti, per quanto è capace, si sia tutto, sia tutto, se non in un medesmo tempo ed istante d’eternità, al meno in diversi tempi, in varii instanti d’eternità successiva, — e vicissitudinalmente: perchè, quantunque tutta la materia sia capace di tutte le forme insieme, non però di tutte quelle insieme può essere capace ogni parte de la materia. Però a questa massa intiera, de la qual consta questo globo, questo astro, non essendo conveniente la morte e la dissoluzione, ed essendo a tutta natura impossibile l’annichilazione, a tempi a tempi con certo ordine viene a rinovarsi, alterando, cangiando, mutando le sue parti tutte: il che conviene che sia con certa successione, ognuna prendendo il loco de l’altre tutte; perchè altrimenti questi corpi, che sono dissolubili, attualmente tal volta si dissolverebbono, come avviene a noi particolari e minori animali. Ma a costoro, come crede Platone nel Timeo, e crediamo ancor noi, è stato detto dal primo principio: Voi siete dissolubili, ma non vi dissolverete. Accade dunque, che non è parte nel centro e mezzo de la stella, che non si faccia ne la circonferenza e fuor di quella: non è porzione in quella estima ed esterna, che non debba tal volta farsi ed essere intima ed interna. E questo l’esperienza d’ogni giorno nel dimostra; chè nel grembo e viscere de la terra altre cose s’accogliono, ed altre cose da quelle ne si man-