perchè qua è la lor spera, la qual però, se fusse a la parte opposita, si partirebbono da noi, a quella drizzando il corso. Così l’acque così il fuoco. L’acqua nel suo loco non è grave, e non aggrava quelle, che son nel profondo del mare. Le braccia, il capo ed altre membra non son grievi al proprio busto, e nessuna cosa naturalmente constituita cagiona atto di violenza nel suo loco naturale. Gravità e levità non si vede attualmente in cosa, che possiede il suo loco e disposizione naturale; ma si trova ne le cose, che hanno un certo empito, col quale si forzano al loco conveniente a sè. Però è cosa assorda di chiamar corpo alcuno naturalmente grave, o lieve; essendo che queste qualità non convengono a cosa, ch’è ne la sua costituzione naturale, ma fuor di quella, il che non avviene a la spera giammai, ma qualche volta a le parti di quella, le quali però non sono determinate a certa differenza locale secondo il nostro riguardo, ma sempre si determinano al loco, dov’è la propria spera, ed il centro de la sua conservazione. Onde, se infra la terra si ritrovasse un’altra spezie di corpo, le parti de la terra da quel loco naturalmente montarebbono, e se alcuna scintilla di foco si trovasse, per parlar secondo il comune, sopra il concavo de la luna, verrebbe a basso con quella velocità, con la quale dal convesso de la terra ascende in alto. Così l’acqua non meno discende in sino al centro de la terra, se si le dà spazio, che dal centro de la terra ascende a la superficie di quella. Parimente l’aria ad ogni differenza locale con medesma facilità si muove. Che vuol dir dunque grave e lieve? Non veggiamo noi la fiamma tal volta andar al basso ed altri lati, ad accendere un corpo disposto al suo nutrimento e conservazione? Ogni cosa dunque, ch’è