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104 | la cena de le ceneri |
rici, messosi in punto con un riguardo di rovescio, poggiatasi al sinistro fianco la sinistra mano, per donar principio a la sua scrima, appuntò le tre prime dita de la destra insieme, e cominciò a trar di mandritti, in questo modo parlando: Tunc ille philosophorum protoplastes? Subito il Nolano, sospettando di venire ad altri termini, che disputazione, gl’interroppe di parlare, dicendogli: quo vadis, domine, quo vadis? quid si ego philosophorum protoplastes? quid si nec Aristoteli, nec cuiquam, magis concedam, quam mihi ipsi concesserint? ideone terra est centrum mundi immobile? Con queste ed altre simili persuasioni, con quella maggior pazienza, che posseva, l’esortava a portar propositi, con i quali potesse inferire dimostrativa — o probabilmente in favore de gli altri protoplasti contra di questo nuovo protoplaste. E voltatosi il Nolano a li circostanti, ridendo con mezzo riso: costui, disse, non è venuto tanto armato di ragioni, quanto di parole e scommi, che si muojono di freddo e di fame. Pregato da tutti, che venisse a gli argumenti, mandò fuori questa voce: unde igitur stella Martis nunc major, nunc vero minor apparet, si terra movetur?
Smi. O Arcadia! è possibile, che sii in rerum natura sotto titolo di filosofo e medico.
Fru. E dottore e Torquato.
Smi. Che abbia possuto tirar questa conseguenza? Il Nolano che rispose?
Teo. Lui non si spantò per questo, ma gli rispose, che una de le cause principali, per le quali la stella di Marte appare maggiore e minore a volte a volte, è il moto de la terra e di Marte ancora per li proprii circoli, onde avviene che ora siino più prossimi, ora più lontani.