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94 | la cena delle ceneri |
poppa? Ed io, giammai per latrocinio son stato sì fattamente atterrito, quanto per quello d’un domestico servitore: perchè non so, che cosa d’ombra e di portento apporta seco più un familiare, che un straniero, per che riferisce come una forma di mal genio e presagio formidabile.
Teo. Or per tornare al proposito, se dunque saranno dui, de’ quali l’uno si trova dentro la nave, che corre, e l’altro fuori di quella, de’ quali tanto l’uno, quanto l’altro abbia la mano circa il medesmo punto de l’aria, e da quel medesmo loco nel medesmo tempo ancora l’uno lasci scorrere una pietra, e l’altro un’altra, senza che le donino spinta alcuna, quella del primo, senza perdere punto, nè deviar da la sua linea, verrà al prefisso loco; e quella del secondo si trovarà tralasciata a dietro. Il che non procede da altro, eccetto che la pietra, ch’esce da la mano de l’uno, ch’è sustentato da la nave, e per conseguenza si muove secondo il moto di quella, ha tal virtù impressa, quale non ha l’altra, che procede dalla mano di quello, che n’è di fuora, ben che le pietre abbino medesma gravità, medesma aria tramezzante, si partano — possibil fia — dal medesmo punto, e patiscano la medesma spinta. De la qual diversità non possiamo apportar altra ragione, eccetto che le cose, che hanno fissione, o simili appartenenze ne la nave, si muovono con quella; e l’una pietra porta seco la virtù del motore, il quale si muove con la nave, l’altra di quello, che non ha detta participazione. Da questo manifestamente si vede, che non dal termine del moto, onde si parte, nè dal termine, dove va, nè dal mezzo, per cui si muove, prende la virtù d’andar rettamente, ma da l’efficacia de la virtù primieramente impressa, da la quale dipende la diffe-