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92 | la cena de le ceneri |
che alza il capo sopra l’onde del mare Oceano, del qual monte la cima si deve comprendere nel loco più eminente de l’isola: la qual cima, se giunge a la parte tranquilla de l’aria, viene a provare, che questo sii uno di que’ monti altissimi, dov’è la regione di forse più felici animali. Alessandro Afrodisio ragiona del monte Olimpo, dove per esperienza de le ceneri di sacrificii mostra la condizion del monte altissimo e de l’aria sopra i confini e membri de la terra.
Smi. M’avete sufficientissimamente satisfatto, ed altamente aperto molti secreti de la natura, che sotto questa chiave sono ascosi. Da quel, che rispondete a l’argomento tolto da venti e nuvole, si prende ancora la risposta de l’altro che nel secondo libro del cielo e mondo apportò Aristotele, dove dice, che sarebbe impossibile, che una pietra gittata a l’alto potesse per medesma rettitudine perpendicolare tornare al basso; ma sarebbe necessario, che il velocissimo moto de la terra se la lasciasse molto a dietro verso l’occidente. Perchè essendo questa projezione dentro la terra, è necessario, che col moto di quella si venga a mutar ogni relazione di rettitudine ed obbliquità: perchè è differenza tra il moto de la nave, e moto di quelle cose, che sono nella nave: il che se non fusse vero, seguitarebbe, che, quando la nave corre per il mare, giammai alcuno potrebbe trarre per dritto qualche cosa da un canto di quella a l’altro, e non sarebbe possibile, che un potesse far un salto, o ritornare co’ piè, onde li tolse. Con la terra dunque si muovono tutte le cose, che si trovano in terra. Se dunque dal loco estra la terra qualche cosa fusse gittata in terra, per il moto di quella perderebbe la rettitudine. Come appare ne la nave1, la qual, pas-
- ↑ Questa nave suggerita qui nell’originale è stata omessa,