messa fattagli da Roderigo, andatosene a Firenze a casa messere Ambrogio, gli disse: che dove egli volesse donargli cinquecento fiorini d’oro per comperarsi un podere, egli si obbligherebbe di guarir la figliuola; lo qual partito messere Ambrogio molto volontieri accetto. Onde fatto Gianmatteo dir certe messe con alcune altre sue cerimonie appresso, tutto per dar colore alla cosa, accostatosi all’orecchio della donna, disse: Roderigo, io sono Gianmatteo venuto a trovarti, perchè tu m’osservi la promessa. Al quale rispose Roderigo: io sono contento, ma ciò non basta a farti ricco come io debbo et come io desidero; perciò partito ch’io sia di qui, entrerò nella figliuola di Carlo re di Napoli, nè mai di quindi mi partirò se tu non verrai a scacciarmene, et allora potrai farti fare un più ricco presente, et non mi dar più noia: et questo detto sen uscio, lasciando la donna libera non senza grande ammirazione di tutta Firenze. Nè passaro molti giorni appresso, che per tutta laltalia si disse una figliuola del re di Napoli essere