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maggior parte de’ suoi beni. Appresso nel tempo del carnovale et di San Giovanni di giugno, quando la città tutta per antica usanza festeggiava, et che molti de’ più nobili et de’ più ricchi cittadini, con isplendidissimi conviti l’un l’altro s’accarezzava et onorava, voleva monna Ermellina (la quale ad una imperatrice non avrebbe ceduto) che Roderigo tutti gli altri nello spendere di gran lunga trapassasse; le quai cose tutte per le sopraddette ragioni erano da lui con grandissima sofferenza passate, et gli sarebbono, ancora che gravissime fossero a tollerare, parute agevoli, se con esse la pace et la quiete della casa, egli avesse potuto avere; ma tutto il contrario gl’interveniva: perciocchè le insopportabili spese et di giunta la insolente natura della moglie infinite incomodità et disagi gli arrecavano, et non v’era in casa nè famigliar nè fante che pochissimi giorni; non che molto tempo gli sconvenevo i modi di costei potesse sofferire in maniera, che non pur quelli della città o del contado, ma i demoni medesimi che Roderigo seco in