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fatto, ricordandosi che poco dianzi Agostino et la moglie v’erano stati, sappiando Antonio essere un uom dabbene, piena fede prestando alle parole sue, si racchetò alquanto: et dimandato ciò che fosse della Catterina, intendendo ch’ella era quivi presso in casa d’un lor vicino, la si fe’ chiamare. La quale avendo inteso da compar Marco che per lei era ito, in che termine le cose stessero, non così tosto fue giunta nella sala, che voltasi al marito, disse: alla buona, che tu ci venisti a bell’otta a turbarci la festa et la cena nostra. Che domine non ti stavi tu con que’ tuoi mercatanti a mangiarti delle castagne et ber del mosto, che ci avresti lasciati godere in pace la nostra cena? Mi sarei maravigliata se tu non fosti venuto a metter a romore con la tua collera ciò che c’è: che malanno abbia essa, che noi stavamo troppo bene quando tu ci venisti a sconciare. Polo, il quale per le molte ragioni dette da Antonio, et per li segni veduti dello apparecchio della casa, della tavola, de’ lumi et della cena, che molto ricca era,