amava, et ella lui; ma per tema della madre, la quale di questo loro amore aveva presa qualche sospezione, et del figliuolo ingelosita essendo, gli occhi molto loro addosso teneva, non avevano potuto venire a conchiusione veruna, ma con cenni et co’ sguardi tanto, et talora, ma però di rado, con qualche bacio così via là alla sfuggita, la lor vita passavano, aspettando che la benigna fortuna desse loro occasione di poter metter ordine di dar compimento alle loro voglie amorose. Et mentre che l’uno et l’altro de’ cattivelli amanti in questa guisa la loro vita disiosamente passavano, avvenne che una sera colà, di gennaio essendo, avendosi posto in cuore Girolamo di parlare ad Elena, che così era chiamata la damigella, et sapendo lei esser nella camera della madre, attese che ella n’uscisse, et nello uscire fattolesi allo incontro, così al buio senza altrimenti motto farle, l’un de’bracci al collo gittatole, lei baciar volle; il che sentendo Elena, come che troppo bene conoscesse chi colui fosse che ciò faceva, pur temendo non esser