egli contento che lo Schio alla partita sua di Padova, sapendo lui di breve doversene andare, gliele concedesse. La qual cosa lo Schio graziosamente promisse di fare, et dimandatolo se quivi solo fosse, et inteso esservi il conte di Panego, et essere andato alla camera delle fanti, temendo dello scandalo che agevolmente tra lui et Camillo nascer poteva, quanto piuttosto poterono amendui verso la camera s’avviarono. Camillo, il quale già vestitosi, et dalla innamorata sua commiato preso, de’ piaceri la notte avuti col conte ragionando, le scale scendeva, uditi costoro che loro incontre venivano, fermatosi, et al conte voltosi, disse: Compare, odi tu quel che io? Costoro che incontro nei vengono, per avventura saranno di famigliari di casa et ci scopriranno però direi che noi addietro tornando per lo tetto n’andassimo. Il conte sapendo giù a terreno il cavaliere esser rimaso ad attenderlo, lui esser credendo rispose: non temere compare, andiam pure. Camillo che già coloro avvicinarsi sentiva, presso che adirato voltossi per