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lo amore del cavaliere ragionato aveva, sapendo quanto egli ardentemente l’amava, et appresso da lei avendo inteso le giostre, l’armeggiare, et le altre feste et prodezze per lui per amor di lei fatte, di lui che gentile et virtuoso cavaliere era, pietà prendendolo, volle allora allora nella camera di lei menarnelo, promettendogli di giunta ch’egli per lo innanzi con esso lei non si impaccierebbe giammai, anzi liberamente gliele lascierebbe godere. Il cavaliere ciò udendo, alle divine bellezze et a laudevoli costumi della donna pensando, et al desiderio ardentissimo ch’egli d’averla nelle braccia aveva, et alla ventura che la fortuna innanzi mandata gli aveva, considerando, si sentiva struggere, come la neve al sole, per la voglia ch’egli aveva d’andarvi, et più volte fu per accettar il partito: pure d’alto et nobile animo essendo, tutto in sè raccoltosi, i concupiscibili et torti appetiti alla ragione sommettendo, et sè medesimo vincendo, quelle grazie allo Schio che per lui maggiori si potevano, rendendo, di non v’andare deliberò, sì veramente che