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mente et dolcemente per gran pezza goderono del loro amore, avendosi ben mille volte monna Camilla pentita d’essergli stata per lo passato ai crudele. Et essendo l’ora oggi mai tarda, posto tra loro ordine come per l’avvenire avessero a darsi bel tempo, M. Ermete si parti. La comare, che molte volte lungo tempo aveva pregata monna Camilla che consentisse alle voglie di M. Ermete, et avevala sempre trovata dura et ostinata, volle intender da lei chi loro avesse cosi accordati: alla quale monna Camilla, mandato fuori un grande sospiro, altro non rispose, se non: comar mia, il diavol m’ha accecata: et volendo ella intender chi questo diavolo stato fosse, intieramente tutto il fatlo le narrò. Perchè il giorno seguente la comare, come le donne fanno, ad una altra sua comare lo disse, et quella ad un’altra, in maniera che in pochi di ne fu ripiena tutta Bologna di questo diavolo; et tra le donne ne nacque un proverbio; il quale gran tempo da altri che da loro non fu inteso, ne si sarebbe per avventura ancora scoperto, se questo carnasciale pas-