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onorevole molto; alla quale essendo ite messer Ermete, per avventura vi trovò monna Camilla de’ Garisendi, che cosi aveva nome la donna che egli amava: perchè tutto sentendosi mutare, et in lui un cotale spiritello d’amore svegliandosi, dopo averla alquanto amorosamente gfetata, et gli occhi suoi con gli occhi di lei più volte essendosi incontrati, di nuovo fuoco racceso, deliberò di danzar con esso lei: et là, dove ella sedeva, andatosene, fattale una bella riverenza, lei a ballare invitò. Monna Camilla, che tutto quel tempo veduto non l’aveva, tutta nei volto cambiatasi, graziosamente levatasi, a ballar con esso lui cominciò. A messer Ermete, tuttavia ballando, andavano molte cose per la mente; ricordavasi le ambasciate fattele fare, le promesse, le giostre et prodezze per amor di lei fatte; onde soavemente et dolcemente mirandola, ut appresso la bella et delicata mano stringendole, et ella altresì mirando et strignemio lui, sì andò la cosa, che tale si rizzò, che si stava a giacere: perchè avendo ben considerato le cose da