Pagina:Brevio, Cademosto - Novelle.djvu/175


67


interrotte, lo prego gli piacesse di più non dire. Poscia per l’estremo dolore che degli avvenuti casi sentiva, a pianger postasi, et alquanto su l’uno de’ gombiti sollevatasi, et con alquanto del lembo del lenzuolo parte coprendosi del bianchissimo petto, così verso Ercole, che intentissimo le discoperte parti del suo delicato corpo mirava, cominciò a dire: Io m’avviso, messer Ercole mio, che da vero amore mosso voi mi diciate il vero. Perchè delle mie sventurenon posso meco stessa non vergognarmi, et le già palesi colpe non piangere? Il che tanto più mi credo esser tenuta di fare, quanto mi pare in ciò voi ancora aver offeso; al quale io, per il lungo amore portatomi, nessuno, quantunque di maggior bellezza et nobiltà, non che vile persona doveva preporre. Ma li passati errori ammendar si possono, non distornare. Il che io, se a grado vi fie, sono prestissima di fare ogni vostro volere. Er. cole, le dolcissime parole da lagrime accompagnate udendo, tosto divenne pietoso, il rigato volto rasciugandole, la cominciò